In genere la realtà e d'ispirazione alla fantasia... poi, dalla fantasia, a volte scaturisce un racconto. Ebbene questa volta le cose si ribalteranno, con grande sorpresa per la giovane Marzia.
1
Cara Giovanna, sono Marzia 17 anni, spero di diplomarmi quest’anno, frequento il liceo classico, diciamo in una città del sud (eh eh). Mi è sempre piaciuto leggere e “qualcuno” che poi ti dirò, mi ha offerto gli spunti giusti per conoscere alcuni dei capolavori della narrativa, e per amarli. Questo, grazie a “lui”, alla fine ha fatto la differenza tra la mia, pur giovanile, cultura e gli altri studenti, miei amici.
Ti scrivo per raccontarti una cosa che mi è capitata, ma è talmente incredibile, e intima, che non ne posso parlare con nessuno… anzi sono certa che questo episodio reterà nascosto per sempre nella mia memoria e, almeno adesso, a caldo come si suol dire, non si ripeterà mai e poi mai.
Perché scrivo a te?
E a chi altro potrei…? in realtà, perdonami, ma fino a un paio di mesi fa nemmeno sapevo della tua esistenza, tra l’altro in questo mondo disconosciuto dai ragazzi, del racconto erotico. Noi, come tutti, si guardano i Social, si segue Tic Toc e, a volte, anche YouPorn, per non parlare dei video indiscreti dei compagni, sempre più frequenti in questo mondo dove si guarda più all’apparire che all’essere.
Comunque… sono qui perché ho avuto un’esperienza “esplosiva” e inenarrabile, nel senso che non posso dirla a nessuno… né in famiglia, né a scuola e nemmeno alla mia amica del cuore. Non che mi vergogni ma, a freddo, non riesco proprio a parlarne e poi penso alle conseguenze, penso che se ciò che nascondo dovesse venire a galla sarebbe una vera tragedia, mentre per me, nel mio animo è semplicemente un ciclone di emozioni, che fa seguito a un ciclone di piacere: incredibile, conturbante… terribile!
Allora…
qualche tempo fa ero dai nonni, dove sono spesso accampata visto che i miei genitori lavorano, quindi spesso lì pranzo e il pomeriggio lo passo da loro. I miei nonni non sono vecchi ma la nonna è un po’ depressa e passa molto tempo dalle figlie, cioè o da mamma o da sua sorella. Mio nonno, invece, sta fin troppo bene: è gioviale, accomodante e sempre pronto a darti il consiglio più saggio o l’indicazione più arguta. Dal 2021 è in smart working per un qualche ufficio che non ho mai capito bene, per questo nessuno si meraviglia se passa assai tempo nel suo studietto.
Un giorno avevo il cell scarico, appena tornata da scuola avevo l’emergenza di cercare qualcosa al PC… nonno stava preparando per il pranzo ed io, senza pensarci, filai dritta al suo computer per … per …
e niente: rimasi semplicemente folgorata!
Ora mi spiego meglio, a onor del vero: non è che trovai il browser costellato da video porno ma… qualcosa c’era. Piccole foto. probabilmente di Avatar, alcuni abbastanza “esplicite” ma per il resto erano i titoli dei trafiletti ad avermi sorpresa.
“Una moglie troia”; “Un cazzo per l’amante”; “L’inculata finale” e altre amenità, insomma mi resi conto che ero su una pagina di racconti erotici…
Il tempo di realizzare il “dramma” e divenni rossa come un peperone, aprii in fretta la scheda successiva, affinché la schermata cambiasse e il nonno non capisse…
ma fu peggio: c’era aperto, pronto per la lettura un TUO e book, Giovanna. Depravazioni in famiglia; intanto il nonno era corso verso lo studio, probabilmente aveva realizzato quanto stava accadendo.
Ci incontrammo, ci guardammo, l’imbarazzo era palpabile tra noi due.
- Scusa nonno, dovrei cercare un sito… per la scuola e… - cercai di dire farfugliando.
Lui imbarazzato ma senza farla tragica: - Va bene, va bene… insomma se mi date il tempo facciamo tutto…
Mi spostai, lui liberò il PC e mi lasciò con la pagina di Google tutta per me.
- Quando hai finito vieni, ti ho fatto pasta e piselli.
Quale pietanza più indovinata e pertinente, mi chiedo oggi?
2
Mentre il nonno era quasi sempre a casa la nonna era sempre fuori, soprattutto il pomeriggio tra amicizie e figlie. Così, come da bambina, ancora oggi succedeva che io stessi spesso a studiare o a cazzeggiare dal nonno, dopotutto le case dei familiari erano tutte a pochi passi. Ero stata la prima nipotina… così dai nonni spadroneggiavo e se per qualche motivo si faceva tardi dormivo da loro senza problemi.
Comunque dopo il “fattaccio”, anche se da soli, cercavamo di evitare l’argomento… ma si sa la curiosità è femmina e poi volevo sembrare la ragazza evoluta che mi sento di essere e mi dispiaceva molto pensare che nonno Andrea si sentisse mortificato per la mia scoperta involontaria. Un pomeriggio esordii con semplicità:
- Allora nonno, come va con i racconti, ti piacciono davvero?
Lui mi guardò abbastanza sorpreso ma poi rispose:
- Guarda Marzia… non è come pensi…
- Guarda tu, nonno Andrea! Io non sono più una bambina… non ti devi creare problemi stupidi. Io ti posso capire e, anzi, mi piace tantissimo che tu sia ancora così interessato al sesso, e poi…
- Ehi, ehi, frena, - disse – guarda che non è come può sembrare. Non sono mica un satiro che passa le ore a guardare pornografia.
- Ma sicuro, lo capisco… e ti credo.
- Vedi i racconti sono un piacere per la fantasia. C’è un po’ di spazzatura, molte sciocchezze, ma ti garantisco che ci sono anche scrittrici e scrittori che ti fanno volare con la mente, raccontano storie piccanti, tutto qui, ma al di la di qualche parola “sconcia” sono interessanti e, non ci crederai, ma tanti mi riportano agli anni della giovinezza.
- Caspita, nonno… in che senso?
- Vedi, devi sapere… insomma io lo capisco facilmente. in tanti che scrivono sono persone di una certa età… raccontano le loro esperienze o storie intrecciate sui loro ricordi veri ma con l’aiuto di tanta fantasia. Comunque spero solo che a causa di questo fatto non ce l’hai con me, o peggio pensi a male…
Allora mi alzai e corsi da lui per abbracciarlo.
- Ma vuoi scherzare, nonno mio? Io ti voglio ancora più bene, nel senso che ti sento ancora più vicino … anzi sono felice di poter condividere questo segreto… - poi rallentai ma non per bloccarmi del tutto, - vedi io mi sono accorta che nonna fa la sua vita, insomma credo che vi vogliate sempre bene ma è ovvio che avete … come dire interessi diversi, distanti.
Ci staccammo e lui disse bonario.
- No, sai, non è che non ci amiamo più, al contrario, forse ci completiamo. Non vedi? Lei è più pratica, più utile alle figlie, a tutti voi. Immagini me, indaffarato ad aiutare nelle piccole grandi cose della vita, nei rapporti, nelle spese… rispettare le ricorrenze, preoccuparsi per la salute? Lei supporta voi e, almeno lo spero, io supporto lei, perché dopo tutto la sera tona a casa e siamo felici di stare a ancora insieme.
- Ah ah, wow – risi sfacciata – e allora, visto che siamo in argomento… ma dimmelo tu e nonna avete ancora rapporti?
- Ma tu guarda! Piccola spudorata … ma di chi avrai preso! – mi sgridò ma sorridendo – Cosa vai a pensare? Certo che sì… come si vuol dire non siamo più ragazzini ma credimi, tua nonna non è soltanto la “vecchietta” imbranata del vostro immaginario familiare… e poi sai, non faccio per dire ma io non sono mica ancora un vecchio rincitrullito. Oh, dopotutto ho 60 anni, anche se per voi ragazzini sembrerò Matusalemme.
Continuammo a chiacchierare di erotici e a divertirci punzecchiandoci a vicenda, poi lui preparò una dolce cioccolata e alla fine… visto che non avevo compiti e la serata era lunga, dopo molte insistenze accettò di farmi dare un’occhiata a qualcuno di quei racconti che a lui piacevano.
E poi… la rivelazione choc!
3
Un mesetto dopo.
Non avevamo più affrontato l’argomento ma, all’epoca del nostro battibecco il nonno mi aveva poi segnalato alcuni titoli di erotici… su mia insistenza ovviamente.
Li volevo leggere superficialmente ma erano racconti brevi e, visto che li trovavo sempre più eccitanti, li guardai con sempre maggiore voracità. Non nascondo che alcuni erano veramente molto stimolanti, per questo devo ammettere che in certi casi mi sono turbata e bagnata, in altri mi sono dovuta masturbare fino all’orgasmo, per placare l’arrapamento che mi avevano provocato.
Ho avuto qualche storia quasi infantile… ma non ho ancora un ragazzo e, anche se pochi ci credono, ero ancora vergine (almeno, fino a pochi giorni fa,,,), insomma non facevo tutto questo sesso se non l’occasionale autoerotismo che, ora, i racconti erotici stuzzicavano. Quando partivo con la testa e mi facevo i ditalini, tra l’altro pensavo che quelle storie le aveva di certo lette anche nonno Andrea… e cosa faceva? Si masturbava… oppure aspettava la nonna per scoparla? Come aveva il cazzo: grande, piccolo… era duro alla sua età?
Quei pensieri lascivi mi abbandonavano poi, dopo l’orgasmo. Mi ricomponevo e tentavo di non pensarci, visto che mi provocavano un certo turbamento.
- Allora, signorina… alla fine ne hai letto qualcuno dei titoli “peccaminosi”? – nonno Andrea mi prese alla sprovvista. Avevamo appena finito di pranzare, come al solito eravamo soli in casa. Il fatto di avere provato il piacere mentre scorrevo le righe delle storie porno mi rendeva un po’ vulnerabile, dopotutto trattavano argomenti molto espliciti e perversioni varie… in famiglia non parlavamo mai di questi argomenti, la confidenza coi nonni era estrema ma il sesso esplicito e l’intimità personale erano certamente un tabù.
- Qualcuno sì, - dissi con aria un po’ saccente – insomma… ci ho dato un’occhiata.
Pensare che io e mio nonno avevamo provato piacere leggendo di chiavate, inculate, rapporti orali e sperma bevuto, il tutto descritto nei minimi particolari mi crollò addosso come una trave, non ero preparata a tanta estrema intimità, col nonno Andrea poi, l’uomo che mi aveva praticamente cresciuta da bambina.
- Vedo che sei turbata, piccola mia… mi spiace… cambiamo subito argomento, dai.
- No, no, nonno, scusami… non giudicarmi infantile e solo che provo un po’ di imbarazzo. Sai in realtà non sono tanto esperta… - sorrisi senza troppa allegria – io ho “fatto” ben poco di quello che invece ho letto in quelle storie.
- Ho tesoro mio… perdonami, credo di capire che… che tu…
Stavolta risi di gusto perché ora in imbarazzo era lui!
- Esatto nonno, si può dire, non è un peccato: sono ancora vergine!
- Scusa ancora… e io cretino che volevo farti una rivelazione…
- Caspita, e cosa aspetti? Dimmelo subito, son tutt’orecchi.
- E sì, ok. Per favore non dirlo a nessuno mi vergognerei troppo…
- Certo che sì… allora dai, voglio sapere… - lo incalzai.
- Hai letto qualcuna delle storie di un tale Nathan?
- Nathan… oh, sì. Quello che scrive di rapporti a tre e di corna… eh, sì, letti e ammetto che sono molto… forti, eccitanti diciamo.
Ormai l’imbarazzo era passato tra noi due e iniziavamo ad aprirci tra noi in maniera meno drammatica.
- Ecco piccola, volevo sapere che ne pensavi… perché Nathan, insomma: quei racconti li ho scritti io. – non credo se lo aspettasse ma nonno Andrea arrossì visibilmente.
Nella cucina l’aria si fece pesante e la tensione palpabile.
- Wow, nonno… che cazz… ops, scusa… Tu? Incredibile, – ero veramente stupita – quindi tu… tu hai fatto quelle “cose”.
- Fatto… fatto… è una parola “grossa”, qualcosa, magari sì, in passato, in gioventù, ma si tratta ora di racconti, no? Diciamo che è meglio posizionare tutto nel mondo della fantasia…
- E la nonna?
- La nonna… cosa?
- Anche nonna partecipava… anche la nonna faceva quelle cose…
- Gioia… quelle cose!!! Dai, alla fine si tratta di giochi, giochi per adulti: non abbiamo ucciso nessuno. Vedi, Marzia, quando si prova piacere, quando le persone sono eccitate, vivono e ragionano in maniera diversa… più libera; magari fanno cose che a pensarci a freddo si rifiuterebbero di fare.
Ma tu non sei più una bambina… lo puoi immaginare, no?
- Certo, certo, nonnino mio, – sorridevo del suo imbarazzo - ma certo mi sconvolge pensare a te e alla nonna impegnati nel sesso estremo, a fare “cose” magari anche insieme a un’altra coppia… trasgressiva.
La cucina ripiombò nel silenzio, probabilmente eravamo andati un po’ troppo oltre in quelle confidenze che non facevano parte della nostra etica del quotidiano. Probabilmente il nonno si era lasciato un po’ andare… era andato troppo oltre considerandomi fin troppo matura… ora cosa pensava? Che ero ancora una bambina e si sentiva in colpa per avermi turbata?
Ma non era così ed era il momento di dirglielo. Il fatto che ero ancora vergine non significava che non avevo mai visto o assaggiato un cazzo… forse non ero una donna fatta ma sapevo come provocarmi degli orgasmi irrefrenabili o come far venire un ragazzo con schizzate esagerate.
Il nonno mi amava ed io amavo lui… ma questo non faceva di me una santarellina… e glielo feci capire.
4
- Inferno e paradiso, eccolo, è questo!
Avevo passato la notte dai nonni… quella mattina era già programmato di andare al grande Centro commerciale di Valmontone, dove gli Outlet avevano organizzato anche un evento dedicato ai Mercatini di Natale. Però io avevo un po’ di mal di testa già la sera prima, così mamma, la sorella e la nonna partirono lo stesso, arruolando mio padre come accompagnatore, mentre io sarei rimasta a casa con nonno Andrea.
Infatti, loro partirono presto ed io, per fortuna stavo bene, ma un pizzico di pigrizia della domenica mi fece fingere di essere giù di corda. Il nonno poi doveva gongolare di piacere… lui detestava il casino dei grandi magazzini.
Mi alzai con tutta calma, in cucina mi aspettava una profumata colazione con i croissant che tanto mi piacevano.
Dopo, visto che avevo detto che avrei fatto una doccia, il nonno mi preparò l’occorrente compreso il mio accappatoio preferito, magari piccolo di una taglia ma al quale ero affezionata, mi dava la sensazione di tornare un po’ bambina.
Nessuna fretta, mattinata “no stress”, proprio l’atmosfera che preferivo… il nonno mi chiese cosa volevo poi per pranzo e mi avvertì che saremmo stati soli, i nostri parenti avrebbero pranzato al Fast food pur di portare a termine i vari impegni natalizi.
Passando davanti alla cucina, diretta al bagno, il nonno mi disse qualcosa, aveva la voce allegra come se volesse farmi uno scherzo eppure notai qualcosa di strano nella sua espressione, come se la giocosità ostentata fosse un po’ falsa, inoltre la sua voce non era cristallina come al solito ma lievemente incrinata, come da un’emozione malcelata. Mi stava comunicando di avere scritto un racconto e che, se mi andava, sarebbe stato contento di farmelo leggere.
Non diedi peso alla cosa, ero troppo impegnata a cercare la mia play list da “doccia” nel cellulare.
Quindi andai al bagno e ci rimasi almeno un’ora. Quando venni fuori avevo solo l’accappatoio tenuto in vita dalla cinta; sarei poi andata in camera dei nonni e nei miei cassetti avrei trovato l’intimo, i calzettoni e tutto il resto per mettermi a mio agio.
Nonno Andrea era nel suo studio, quando mi sentì passare mi chiamò.
Lui era seduto al PC, come al solito, sul monitoro una schermata chiara e lui, ancora con quell’euforia che sembrava un po’ falsa mi invitò a entrare, chiedendomi se mi andava di leggere la sua storia: l’ultima creazione del “pornografo” Nathan…
Avrei voluto andare a vestirmi ma, d’altro canto, erano almeno 2 ore che approfittavo delle cortesie amorevoli del nonno, mi sembrava brutto di non dargli almeno un po’ di soddisfazione… e poi, dopotutto, leggere quelle storie piccanti non mi dispiaceva, soprattutto adesso, ancora calda di bagno e di qualche delicata attenzione alla mia rasatissima farfallina.
Mi avvicinai alla scrivanietta, difficilmente mi sedevo… ma in realtà lui nemmeno si alzò per cedermi la sua poltroncina, così vi appoggiai i gomiti sullo schienale…
- Inferno e paradiso, eccolo, è questo! Spero solo che non lo trovi troppo … disgustoso.
Iniziai la lettura come d’abitudine per una giovane “secchiona” appassionata di letteratura, cioè saltando abbastanza velocemente da una riga all’altra e riuscendo comunque a catturare il senso logico della narrazione.
Il racconto trattava di un uomo adulto, padre coscienzioso di famiglia che prova un’attrazione per una ragazza molto giovane. Questa fanciulla frequenta la sua casa e di conseguenza la può vedere spesso, pur se costretto dalla sua mentalità a trattenersi persino dal solo pensiero di poter andare oltre in quella che sta diventando per lui una vera passione.
Lei è bellissima, anzi, crescendo diventa sempre più donna e più bella, mentre lui da molto tempo si strugge per l’ammirazione e per il sogno di poterla avere… il nostro protagonista si strugge anche per la costante titubanza nel poter considerare il benché minimo approccio con la ragazza. E’ terrorizzato dalla sua reazione, e poi, cosa pensa di lui? Come lo vede? Magari, vista la sua fiorente giovinezza, l’uomo le sembra un vecchio, una specie di Babbo Natale, considerato con affetto ma… semplicemente disgustoso nella versione da vecchio laido e magari depravato.
E così che il protagonista si consuma in questa passione, forse insana, probabilmente destinata a restare solo una nuova amarezza raccolta durante la sua lunga vita.
Mi piacque da subito quella trama e dopo qualche minuto iniziai a leggere una parola dopo l’altra con maggiore attenzione: il nonno scriveva veramente bene… quello che non trovavo in questa romantica dichiarazione di un “forse” impossibile sentimento era l’erotismo. Insomma: quando iniziavano i rapporti sessuali? MI fermai un momento; forse era a causa della mia mente giovanile, e proprio per questo in bilico! Quello che stavo leggendo, probabilmente per una vera donna era già abbastanza erotico, pur senza toccare assolutamente la pornografia: c’era passione, c’era desiderio incontenibile, sì, passione e… e… e se, magari, quelle righe celavano qualcosa di più?
Presa dalla lettura a stento mi resi conto che nonno Andrea si era alzato dalla sedia, probabilmente per discrezione aveva preferito lasciarmi sola… dopotutto si trattava di una lettura scabrosa (o almeno, questa era la premessa, no?)
Ripresi, lasciandomi rapire dalla curiosità di vedere quando iniziava il “bello”, infatti me lo aspettavo che qualcosa di eccitante stava per accadere, in quella narrazione intimissima.
"E finalmente siamo soli, ancora una volta come tante altre, io e lei, soli nella casa… ed io ci ho pensato e ripensato, rimuginato a lungo e ho deciso che il desiderio non può uccidermi, la sete di lei non può essere ignorata per l’ennesima volta. Non posso più impazzire ogni volta che la vedo, che la servo, che la adoro… come una giovane, capricciosa dea. Lei ha ispirato in me amore fin dal primo momento, ma poi è cresciuta ed io me ne sono del tutto innamorato, ho iniziato a desiderarla, ne ho fatto la mia Musa, il faro risplendente da raggiungere con i racconti che mi inventavo per fugare l’eccitazione e placare il sentimento.
Ma ora non mi tengo più… non siamo più solo affini, ora che lei sa tutto di me, ora noi siamo complici. Fino a che punto lo scoprirò oggi stesso: basta! O la perdo, o sarà mia…"
Qualcosa, nel mio pancino serpeggiò tra i visceri, rendendomi più attenta. Un vuoto nello sterno mi avvertì come di un dolore nascosto che non vedevo l’ora di assaggiare… cos’era quel languore e, soprattutto, che storia era mai è questa?
Perché le gambe mi diventano molli, adesso? E nonno Andrea, dov’era? Non avevo il coraggio di voltarmi nella stanzetta in penombra… e se fosse stato proprio dietro di me, alle mie spalle?
Adesso è con me, forse a un palmo o poco più…
"Se la conosco come la conosco lei ora è in accappatoio, trincerando il suo corpo voluttuoso sotto quei drappi di spugna chiara. Dovrei vedere i suoi capelli, abbastanza corti, ramati con i riflessi d’oro, solo la fine delle sue gambe e i teneri talloni, nelle babbucce infantili che non si decide a buttar via."
Deglutii, iniziavo a capire e, purtroppo… a sentire!
"Avrà accettato di leggere questa storia compromettente? Avrà trovato un po’ di tempo per dare attenzione a un vecchio incantato? Oppure ha letto, ha intuito… e mi ha abbandonato, scacciato dalla sua intimità?
Io desidero che lei… che TU sia ancora qui, proprio davanti a me.
Manca solo un gesto, uno solo e, in questo istante lo sto facendo: le mie mani aperte si poggiano sui tuoi fianchi, li intuisco sinuosi e femminei sotto la spugna profumata del grande accappatoio."
Un brivido per tutto il corpo, due “cose” pesano sui miei fianchi… è Lui, non può essere che lui. Mi salì la febbre, gli occhi di fuoco, le tempie e le gote si arrossarono…
Se mi avesse circondato un gruppo di teppistelli in un vicolo buio avrei avuto meno paura del sesso, ma allo stesso tempo avrei provato meno calore in tutto il corpo.
Nonno Andrea era dietro di me, e mi cingeva i fianchi con le mani più forti di quanto le ricordassi, ed io ero incapace di pensare, di decidere, indeterminata in un limbo di sensazioni.
Come un insetto caduto nella tela del ragno, forse vigliaccamente, decisi di restare bloccata; non sapevo cos’altro fare… e ripresi a leggere.
"Non mi hai ucciso?
Spero di no.
Non sei fuggita gridandomi: “Porco!”? E no, perché la “nostra” storia sarebbe finita e io non voglio, non sogno finisca così…
Allora sei qui; sei rimasta qui con me nonostante il terrore di ciò che ci può attendere, forse per rispetto, forse per amore, forse per …
Allora sei qui e nulla è perduto e io nulla voglio se non TE!
Mi accosto a te, non respingermi, ti cingo i fianchi, ti stringo: ciò che leggi farò… tesoro mio, così saprai e se vorrai… smetti di leggere, perché quello che ti racconto io farò con te… di te… voglio farti la mia donna questa volta, anche se sei stata per tanti anni la mia bambina.
Accosto le labbra al tuo collo, le premo per baciarti e sentire la tua pelle sulla bocca, ora l’orecchio, il lobo… con le labbra lo trattengo. Succhio…"
Nonno… Andrea stava eseguendo pari pari ciò che leggo e io passai istanti di incredulo piacere, mi gira la testa come se non riuscissi a stare al passo con quella incredibile dichiarazione di… di amore?
"Ti stringo più forte, piccola, non devi più sentire il “nonno” in me ma il maschio ardente, per questo ti premo con l’inguine sulle natiche… non ti sbagli, quello che senti duro così vicino al tuo culetto e il mio pene… il mio cazzo! Sì, lo scritto chiaro, perché tu sappia che io ti voglio e lui ti vuole… e tu? Permetti che ti slacci la cintura dell’accappatoio?"
Io leggo, lui fa… il vaso si è rotto. In realtà realizzai che il calore che avevo raggiunto non rappresentava altro che l’espressione di un amore a lungo sopito, un amore che voleva di più, da tempo. La nostra intesa sembrava solo la lunga prefazione a questo momento lascivo…
Andrea mi stava addosso, io ero nuda e senza mutandine: quel solo pensiero mi fece bagnare la figa, appena lavata.
"Adesso ti prendo i seni tra le mani; ti ho vista piatta da bambina, poi le tettine abbozzate di fanciulla e poi, ora che sei una dea non mi è stato più concesso vederli… e ora le tue tette sono tra le mie dita, i capezzoli tra i polpastrelli, la voglia di stringerli è inarrestabile."
Era vero, mi stava facendo quasi male, adesso, ma sentire che mi strizzava spinto da desiderio era appagante.
"Ora svelerò e realizzerò i miei sogni come i petali di una rosa, rigo dopo rigo ti svelo cosa voglio, come ti voglio…"
Da quel momento leggere divenne relativo… Andrea faceva ciò che aveva scritto ma io lo provavo sul mio corpo, le sue mani, la sua lingua mi marcavano con messaggi di fuoco.
Lentamente mi sollevò l’accappatoio, io tra vergogna e impudicizia gli aprii il fiore, affinché lui, come promesso, me lo baciasse e me lo leccasse…
Subito dopo arrivò il suo cazzo, il suo non lo avevo mai visto e comunque non ne avevo grandi esperienze, lo presi tra le mani e mi stupì, sia per grandezza che per durezza, era una sensazione meravigliosa intuirlo.
- Andrea, - lo chiamai a bassa voce – sono ancora vergine…
- Lo immaginavo, tesoro, ma… dimmi, lo vuoi?
- Sì, dammelo, - risposi senza esitare ma sorpresa di me stessa.
E dopo pochi minuti, con la mia figa che pulsava e grondava mio nonno affondò nel mio corpo virginale, senza drammi… senza spargimenti di sangue, solo con una piccola, lancinante resistenza… fu solo un attimo. Al mio “Ahia!” improvviso, Andrea si fermò e mi uscì da dentro. Riprese a baciarmi e a leccarmi coccolandomi la fessa. Quando mi fui ripresa, penetrò di nuovo e cominciammo a chiavare alla “pecorina”.
Andrea mi fece godere due volte, nonostante il tempo che passava teneva duro e riusciva a trattenersi… io non ne potevo più, volevo vederlo soddisfatto, farlo felice. Sorridente e appagata lo feci sedere sulla sua poltroncina, nuda misi l’accappatoio sotto le ginocchia e gli feci il pompino più amorevole della mia vita, succhiavo e coccolavo il suo cazzo che, finalmente era tutto mio. Lo accompagnai verso l’orgasmo e, contrariamente alle sue titubanze, lo succhiai di più proprio nel momento culminante… avevo preso abbastanza schizzate anche senza troppo entusiasmo… ora il succo del cazzo di nonno Andrea lo desideravo tutto in me, ingoiai così la sua sborra abbondante e calda.
Non dicemmo una parola sull’accaduto, restai in accappatoio vivendo quelle ore con Andrea con gioia e con una confidenza adulta mai provata.
Preparò per noi un’insalata leggera e mise in tavola il vinello che mi piaceva di più, il Mateus.
Sempre senza parlarne ci riposammo in camera da letto, raccontando un po’ degli aneddoti caratteristici di casa nostra. Poi lui riprese a baciarmi, la bocca, il corpo, mi leccò la figa fino a farmi venire di nuovo.
Sbloccata come donna e coma nipote, ormai su di giri per la lussuria di quell’amore strano ma appassionante… dissi al nonno qualcosa che non si aspettava.
- Sai, ho scorto tra le righe di quel tuo racconto “sporcaccione” che avevi intenzione persino di deflorarmi analmente…
Andrea arrossì: - Cacchio. l’ho scritto davvero?
- E sì, nonno porcello… che vuoi che ti dica? Io li non sono vergine, già l’ho fatto e mi è piaciuto…
Quando arrivarono i nostri familiari eravamo già in ordine, docciati e ricomposti.
Fortunatamente avevo rimesso anche le mutandine… perché solo all’ingresso dei miei la sburrata del nonno iniziò a colare dal mio culetto appena, appena dilatato.

Commenti
Posta un commento